Vini biologici e naturali: i migliori assaggi a MiVino 2019

L’evento organizzato da Altreconomia, Arci e Officina Enoica: 1500 ingressi in due giorni al Base Milano


MILANO –
Un centinaio di vignaioli provenienti da tutta Italia sono stati protagonisti di MiVino 2019, mostra mercato dei vini biologici e naturali andata in scena il 25 e 26 maggio al Base Milano (ex Ansaldo). Un evento organizzato da Altreconomia, Arci Milano e Officina Enoica, a cui hanno partecipato circa 1.500 persone.

“L’espressione di una ‘filiera agricola e comunicativa’ a metro zero – spiegano gli organizzatori – studiata per creare un’atmosfera conviviale, in cui il vino rappresenta il trait d’union tra i produttori e il pubblico”.

I MIGLIORI ASSAGGI A MIVINO 2019


Spumante Extra Brut Verdicchio dei Castelli di Jesi 2013, Broccanera

Metodo classico 65 mesi sui lieviti che costituisce la terza prova assoluta per la cantina di Arcevia (AN). Colpisce per il rispetto del vitigno, che sembra più che mai a suo agio sotto forma “effervescente”. Uno spumante elegante e freschissimo, che spazia (naso-bocca) dalle note di mentuccia a quelle di frutta secca.

Vino Spumante millesimato 2013 “Zoe”, Tenute Pacelli
Metodo classico base Riesling, Made in Calabria. Basterebbe per giustificarne l’assaggio, ma il calice va ben oltre: gran struttura e gastronomicità giocata sulle note evolutive tipiche del vitigno, non ultimo l’idrocarburo.

Colli Aprutini Igt 2017 “Indigena”, Cioti Filiberto
Bianco ottenuto in prevalenza da un biotipo di Trebbiano presente solo a Campli (TE), tra i vigneti di proprietà di Cioti. Naso splendido, tra il frutto maturo e la frutta secca. Ingresso di bocca suadente e rotondo, su note corrispondenti, prima che si raddrizzi sull’onda di una freschezza dirompente e una chiusura leggermente speziata.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg Riserva 2015, Broccanera
Tra i migliori assaggi assoluti a MiVino 2019. Carattere, struttura, verticalità e ampiezza garantita dalla doppia raccolta delle uve, utile a regalare al sorso freschezza e rotondità. Un bianco più che mai completo.

Falanghina del Sannio Dop Biologico 2016 “Cese”, Fosso degli Angeli
Una garanzia assoluta questa cantina campana, tra le più rappresentative della regione a livello nazionale. A Contrada Acquaro, nel Comune di Casalduni (BN), Marenza Pengue è interprete di un vero e proprio ecosistema, che protegge il vigneto di 7 ettari. La Falangina “Cese” è assieme delicata e potente, fine ed esplosiva. Una chicca.

Incrocio Manzoni 2015 “Botton d’Oro”, I Nadre
Orange ma non troppo, volendo usare un eufemismo. Frutta a polpa gialla matura, con interessanti sbuffi di zenzero candito e buccia di arancia a rinvigorire un palato sia rotondo che verticale. Un bianco tattile, lungo.

Vino Bianco “San Sebastiano”, Cascina Bandiera
Interessantissima verticale quella proposta dagli appassionati titolari San Sebastiano Curone (AL). Nel calice il salino Chardonnay “San Sebastiano”, indietro fino alla 2006. Lo rende unico il terreno, costituito da marne.

Calabria Igt Rosato 2018 “Romido”, Fezzigna Vini
Rossana, Michele, Domenico. In una parola “Romido”. Un rosato di carattere, ottenuto dal blend di Gaglioppo e Greco Nero. Piccoli frutti rossi, macchia mediterranea, bella nota sapida in allungo. Gran bevibilità, non banale.

Vino Rosso 2018 “I Vigneri”, I Vigneri
Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e un tocco di Alicante, in anfora. Il risultato è un’esplosione del varietale, del frutto, del succo. Uno di quei vini che non stancano mai e che colpiscono per la loro semplicità, solo apparente.

Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Riserva 2012 “Pathernus”, Cioti Filiberto
Un Montepulciano Riserva che fa della gran bevibilità l’arma in più. Frutti di bosco e gelso sostengono bene la nota “dura” e selvatica del vitigno, al naso. In bocca i tannini sono eleganti e sostengono il frutto, assieme a una gran freschezza. Vino manifesto della Denominazione.

Sicilia Doc Nero d’Avola 2017 “Crita”, Azienda Vitivinicola Biologica Stellino
Nero d’Avola “in purezza”, da intendersi sia per la base ampelografica sia per la capacità di rappresentare appieno le caratteristiche del vitigno, con una venatura salina che lo rende ancora più complesso. E unico.

Sangiovese Toscana Igt 2016 “Poiana”, Il Calamaio
Floreale, fruttato, dai tannini sottili. Il Sangiovese di questa piccola cantina è un inno al vitigno, nella sua coniugazione lucchese. Meno di 2 ettari complessivi a San Macario in Monte, a pochi chilometri dalla bellissima cinta muraria di Lucca. Una cantina da scoprire, che produce anche un ottimo Merlot in purezza: “Iolai” (magnum).

Morellino di Scansano 2017, Poggio La Luna
Bel frutto che deve ancora esprimersi appieno, sotto la coltre leggera di un tannino di prospettiva. Da comprare oggi e attendere un annetto, prima che si esprima su interessantissimi livelli.

Igt Terrazze Retiche di Sondrio Pinot Nero 2013, Vinicola Zanolari
Pinot Nero in Valtellina? Sì. A casa di Marcel Zanolari tutto è possibile. La cantina di Bianzone (SO) si sta specializzando sui Piwi e sulle anfore (ottimo lo Sforzato “Le Anfore”), ma nel frattempo giusto godersi questo Pinot Noir succoso, agrumato, salino.

Terre Siciliane Igt Perricone “170”, Terre di Gratia
Addomesticare così bene il Perricone, “bestia nera” di qualsiasi viticoltore, non è stato semplice ma Terre di Gratia ha trovato la quadra in uno dei suoi “cru”. Il vitigno resta al centro del sorso, ingentilito da note mature regalate da una perfetta maturazione delle uve.

Passito di Pantelleria Dop 2017 “Bagghiu”, Azienda vinicola Gabriele
Parola d’ordine “equilibrio”. Tra gli zuccheri residui e la freschezza. Obiettivo centrato alla prima vendemmia per la famiglia Gabriele sull’isola di Pantelleria, che ha iniziato la sua avventura nel mondo del vino come garagista.

VINI QUOTIDIANI – SEGNALAZIONI
Canavese Rosso Doc, Antonella Piatti
Igt Colline Pescaresi Passerina 2015, Q500 di Nicola Maurizio
Montepulciano d’Abruzzo Doc 2016, Q500 di Nicola Maurizio

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